No, Benefit Cosmetics non è cruelty-free.

L’analisi di The Optimistic Apple

Il brand è cruelty-free?

Il brand non è cruelty-free. Effettua ancora animal testing in alcune circostanze.

Il brand viene venduto in Cina? 

Sì, il brand commercializza i suoi prodotti in Cina.

Il brand è vegano?

Visto che il brand testa ancora sugli animali, The Optimistic Apple non considera in alcun modo i suoi prodotti vegani, anche se ci dovessero essere delle formule vegane.

Il brand appartiene a una parent company?

No, il brand non appartiene a una parent company.

Il brand si definisce cruelty-free?

Sì, il brand si definisce cruelty-free. Sul loro sito scrivono: “Benefit does not test our products on animals.

Since 1989, the Perfumes & Cosmetics companies of LVMH group (including Benefit Cosmetics) have not performed any tests on animals for our products - this was implemented long before the 2013 official ban set by the European Union.

We are deeply committed to the elimination of animal testing. We’re playing a leading role in developing alternative methods through our support of the “Fund for Alternatives to Animal Testing” in the United States. We also actively participate in validation studies of new alternative tests in the framework of the European cosmetics association, Cosmetics Europe. We are one of only a few companies to have invested in creating our own internal department to test raw materials and ingredients to further ensure the quality of our products and the satisfaction of our customers, which is our top priority.

As a result, all Benefit products undergo very strict tolerance tests using non-animal methods during the development of each product to ensure quality and safety prior to market.

Some customers expressed concern regarding the situation in China. Our products are made in Europe and for imported cosmetics, the Chinese health authorities order some test on animals: they require companies to make their products available to be tested in state-certified laboratories for registration purposes only, as it is currently their only recognised method to demonstrate product safety .

We are hopeful that alternative testing methods will be adopted worldwide and we will see an end to animal testing.”

Alla fine, parlano chiaramente della presenza del loro brand in Cina. Questo significa che, quando richiesto dalle autorità, testano i prodotti.

Perché parliamo di cruelty-free quando in Italia, e più in generale in Europa, è vietato testare sugli animali per legge da marzo del 2013?

In Europa, l’11 marzo 2013 è entrato in vigore il divieto assoluto di testare sugli animali nel settore cosmetico. Questo ci può far pensare che possiamo essere sicuri di acquistare marchi cruelty-free sul territorio italiano. In realtà, è più complicato di così.

Innanzitutto, la legge è stata circoscritta agli ingredienti creati per il settore cosmetico. Quindi, se un ingrediente utilizzato all’interno del prodotto proviene dal settore farmaceutico o alimentare, potrebbe essere stato testato sugli animali. Inoltre, gli ingredienti testati sugli animali prima dell’entrata in vigore della legge, possono essere utilizzati per realizzare nuovi prodotti. Alcuni brand — quelli certificati ICEA-LAV — utilizzano esclusivamente ingredienti in commercio da lunghi anni, parte di una lista dichiarata sicura già nel 1976 e quindi non oggetto di sperimentazione.

Comunque, grazie a questa legge, in generale la maggior parte dei prodotti venduti in Europa sono effettivamente cruelty-free. Ma spesso non lo sono i brand che li producono. Non è detto che un marchio sia cruelty-free solo perché distribuisce in Italia prodotti che lo sono: un marchio può produrre cosmetici cruelty-free in Europa ma non nel resto del mondo.

In alcuni paesi, i test sugli animali sono ancora obbligatori per legge. Tutte le aziende che producono o vendono lì i propri prodotti devono necessariamente effettuare i test.

Le aziende che decidono di vendere in questi paesi, accettano di testare sugli animali. 

Per esempio, in Cina, nella maggior parte delle circostanze, è ancora obbligatorio testare sugli animali.

Certo, la Cina ha un grande mercato. Per cui possiamo immaginarci le motivazioni per cui alcune aziende non vogliono rinunciare a fare business sul mercato cinese. Molte aziende utilizzano questa giustificazione quando gli viene chiesto perché accettano l’animal testing. In realtà esistono modi per commercializzare i propri prodotti in Cina senza effettuare test. Un esempio? Vendere solo online.

Quando The Optimistic Apple parla di cruelty-free, parla di brand che non effettuano test sugli animali in nessuna parte del mondo. È una questione di etica: non accettare di acquistare marchi che effettuano animal testing anche se dall’altra parte del mondo per evitare di contribuire alla sperimentazione animale per uso cosmetico.

Quali sono le leggi in vigore in Cina nel 2021?

La situazione in Cina è abbastanza complessa. Prima di queste ultime modifiche seguivamo una regola semplice: se un marchio cosmetico importava e vendeva uno dei suoi prodotti cosmetici in Cina, doveva testare sugli animali e quindi, sul territorio cinese, non poteva essere cruelty-free.

Con le recenti modifiche è diventato molto più difficile. Non basta più sapere se un marchio vende in Cina per sapere se è cruelty-free o meno. Ogni marchio andrà valutato caso per caso.

Per ulteriori informazioni, ti invito a leggere questo articolo dedicato agli ultimi aggiornamenti.

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25 agosto 2021 — Vittoria Tomassini